NIDO – Le origini: dal 1905 agli albori del primo scontro mondiale
Era il febbraio del 1905 quando il senatore del regno d’Italia Angelo Passerini comprò dai comproprietari Rovetta Paolo, Giovanni, Caterina, Onofrio gli immobili in via Pasquali. La villa in questione, edificata a Bovezzo nel 1700 dai nobili Gaifani, venne persa dalla contessa Teresa in una notte di gioco a favore di Gabriele Bordoni. Per eredità giunse ai Passerini e in fine ai Rampinellis.
È sempre nel 1905 che il senatore dona gli stabili 273 e 274 in via Pasquali, arredati a spese proprie, all’asilo per l’infanzia esistente a Bovezzo; in seguito alla donazione definitiva, che avverrà qualche anno più avanti, viene presa la decisione di erigere questo Asilo ad Ente Morale e di dedicarlo al benefattore: nasce ufficialmente l’ “Asilo per l’infanzia Angelo Passerini”.
Lo scopo dell’asilo viene ben specificato nel suo primo statuto: “accogliere, custodire da mattina e sera di ogni giorno non festivo i bambini di ambo i sessi, dai tre anni compiuti fino ai sei, per educarli ed istruirli nei limiti consentiti dall’età e con i migliori sistemi che verranno reputati idonei allo scopo di suscitare le qualità morali, intellettuali e fisiche senza loro soverchia fatica”. Lo statuto stabilisce che i bambini di famiglie povere siano accolti gratuitamente ed abbiano sempre la preferenza nell’accettazione sui bambini a pagamento e che l’Amministrazione, quando i mezzi dell’Asilo lo consentano, provveda “a che venga distribuita a tutti i bambini una sufficiente razione giornaliera di minestra e una veste uniforme. In questo caso richiederà alle famiglie dei bambini un corrispondente concorso nella spesa, da stabilirsi ogni anno nella Commissione direttiva e da applicarsi secondo le norme di regolamento di servizio interno”.
Bovezzo è ancora un paese, come il resto dell’Italia, per lo più agricolo; la dieta alimentare, fatte le dovute eccezioni, non prevedeva mai carne o pesce ma principalmente polenta. Una situazione chiara e una malnutrizione che influiva sulle condizioni lavorative degli adulti e il rendimento scolastico dei ragazzi. Anche il vestiario era fatto in casa ed era, a causa della povertà, noncurante dei cambiamenti climatici. A questo si aggiunga che il costo della scuola era difficilmente sopportabile dalla maggior parte delle famiglie. Da subito gli amministratori hanno fatto i conti con la gente e la realtà in cui si sono trovati ad operare.
Lo stesso primo regolamento definisce che l’Amministrazione spetta ad una Commissione composta da un Presidente e quattro membri. Il Consiglio Comunale, in sessione ordinaria d’autunno, nomina il Presidente e tre membri; il quarto viene eletto a maggioranza assoluta dall’assemblea degli azionisti che pagano almeno cinque lire l’anno a titolo di offerta.
Si stabilisce, sempre sul primo documento gestionale dell’Asilo Passerini, che “l’educazione e l’istruzione dei bambini di ambo i sessi dovrà essere affidata ad una o più maestre patentate o abilitate, ma appartenenti ad una Associazione Religiosa approvata dalla Chiesa Cattolica, e ciò per ottemperare alla condizione imposta dal donatore del locale”.
L’ordine a cui si chiede di curare la gestione dell’asilo e dei bambini è uno dei più presenti in terra bresciana: le Ancelle della Carità. La congregazione, presente dal 1905, manda quattro suore che, oltre ad occuparsi dell’istituto infantile, gestiscono l’oratorio femminile, la scuola di lavoro e si occupano della custodia della biancheria della parrocchiale.
La definitiva donazione dell’intero stabile, registrata con atto notarile dal notaio Arminio Belpietro di Bortolo, si esplicita così nel documento ufficiale datato 3 febbraio 1910: “ il Cav. Angelo Passerini a dimostrare l’affetto che lo lega al paese di Bovezzo, dona in modo assoluto ed irrevocabile al costituendo Asilo per l’infanzia di Bovezzo, da intitolarsi al suo nome, i seguenti immobili situati in comune di Bovezzo […]”.
La donazione degli ambienti, che saranno sede dell’asilo fino al 2008, viene subordinate alle seguenti condizioni:
- che l’ “Asilo per l’infanzia Angelo Passerini di Bovezzo” venga costituito in Ente Morale;
- che non muti la leggenda di fondazione e si conservi il nome del fondatore;
- che agli immobili donati non venga cambiata la destinazione e che debbano sempre servire per l’asilo Infantile;
- che l’educazione e l’istruzione dei bambini d’ambo i sessi frequentanti l’asilo sia affidata ad una o più maestre patentate o abilitate ma appartenenti ad un ordine o congregazione religiosa approvata dalla Chiesa Cattolica.
L’impegno nel campo educativo del nuovo istituto è ormai divenuto ufficiale e viene confermato due volte con il riconoscimento ad Ente Morale con decreto della Pretura di Brescia il 14 aprile 1910 e poi con Decreto Reale il 17 luglio 1910.
Nell’Asilo, visibile ancora sulla parete della villa, viene posta una lapide a ricordo dell’illustre fondatore e benefattore con questa iscrizione:
AL SENATORE ANGELO PASSERINI
CRISTIANO AMMINISTRATORE DELLA PROPRIA RICCHEZZA
A BENEFICIO DEL PROSSIMO
FONDAVA
IN SOLERTE CONCORDIA CON LA DEGNA CONSORTE
QUESTO SCOLASTICO ASILO
CHE INSIEME ALLE CURE DEL CORPO
DONA ALL’INFANZIA LA CAREZZA E LA GIOIA
DELLA PRIMA LUCE SPIRITUALE
BOVEZZO
DELL’ASILO E DEL FONDATORE ORGOGLIOSA
RICORDA E BENEDICE
Tratto da: Mauro Toninelli, “Mamma l’ho imparato al Passerini”, 2009.
PICCOLI – Periodo di passaggio: dal primo conflitto mondiale agli anni cinquanta
L’Asilo Passerini durante la guerra ha faticato, come tutte le altre istituzioni scolastiche, a continuare ad operare ma la forza di volontà delle suore Ancelle e la Provvidenza hanno dato continuità al servizio. È un periodo difficile da ricostruire anche a causa della scarsità di documenti relativi alle vicende del Passerini.
Il 1923 è anche l’anno della riforma Gentile. L’Italia del dopoguerra trova nel movimento fascista una speranza che saprà presto essere vana. All’interno della proposta di programma politico del partito di Mussolini c’è l’interesse per la scuola. La scuola materna, così ora viene chiamato il vecchio asilo, non è obbligatoria ma rientra nel quadro istituzionale riconosciuto dallo Stato; Stato che non sempre si è manifestato coerente con quanto promesso. Positive alcune innovazioni, come l’educazione fisica; negativi altri interventi volti alla strumentalizzazione ideologica dell’istituzione scolastica.
Le difficoltà c’erano ma l’Asilo Passerini di Bovezzo aveva il proprio angelo custode; il senatore Angelo Passerini il 14 giugno 1938 ha offerto la somma di 6.000 lire per l’acquisto della Prebenda Parrocchiale di Bovezzo, un’area di 418 metri quadrati, segnata sul mappale del comune con i numeri 276 e 269. Il parroco dal 1934 era don Domenico Bardelli; rimarrà alla guida della comunità di Bovezzo fino alla morte giunta nel 1960. Tanto il parroco quanto il senatore Passerini si rivelarono persone pratiche e lungimiranti. Infatti, la commissione istituita dall’amministrazione dell’asilo infantile, cinque giorni più tardi, con il compito di accettare la somma e procedere nella trattazione dell’area della parrocchia si ritrovò davanti alle trattative per la cessione già svolte e al prezzo già concordato, guarda caso di 6.000 lire. È facile dunque per gli incaricati deliberare l’accettazione dell’offerta di denaro da investire nell’acquisto della Prebenda Parrocchiale di Bovezzo, accogliendo allo stesso tempo il prezzo di cessione già concordato tra l’offerente e la parrocchia.
Come un padre verso il proprio figlio il senatore Angelo Passerini veglia sull’asilo e lo lascia camminare intervenendo qualora veda la necessità di farlo nel pieno rispetto della creatura a cui ha dato vita.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale colpisce tanto Bovezzo quanto l’Italia intera: la situazione già difficile è aggravata dall’aumento dei prezzi e dalla scarsità di materie prime e di generi alimentari. Il dramma della guerra giunge in tutte le famiglie senza escludere dalle preoccupazioni i bambini che si vedono mutare ogni attimo magico in momenti di terribili paure.
Il 30 giugno 1940 è l’ultima data riportata nell’archivio dell’Asilo fino al dopoguerra. In quel giorno viene fatto l’accatastamento negli Uffici del Catasto di Brescia degli immobili urbani legati all’Asilo “Angelo Passerini” situati in via asilo a Bovezzo: troviamo la presenza di un salone, mai registrato prima e quindi costruito tra il 1939 e il 1940, e la presenza di un ripostiglio anch’esso edificato in quegli anni. Nello stesso atto anche la chiesetta, a quel tempo di proprietà della parrocchia .
Tratto da: Mauro Toninelli, “Mamma l’ho imparato al Passerini”, 2009.
MEZZANI – Il periodo più lungo: dagli anni cinquanta a metà anni novanta
Il periodo che va dalle elezioni politiche del 1948 alle Olimpiadi di Roma del 1960 ha rappresentato per l’Italia, appena uscita dalle distruzioni della seconda guerra mondiale, non solo il momento della sua rinascita, economica e materiale, ma anche una feconda stagione che ha segnato l’inizio di quella peculiare creatività italiana che nei decenni a venire sarebbe diventata nota come Made in Italy.
La scuola comincia ad essere nuovamente al centro dell’interesse politico e ci rimarrà per molto, molto tempo. La nuova prosperità, diffusa a livello nazionale porta a fare alcune modifiche alla struttura donata dal senatore Angelo Passerini. Si voleva dare alle suore uno spazio decente dove potersi ritirare a consumare i pasti e creare uno studio per la Superiora e per le riunioni. Si è deciso così di costruire una tramezza in mattoni nella sala delle riunioni al piano terra.
Nel dicembre del 1955 viene approvato il quarto statuto decretante che: l’Asilo è retto da un Consiglio di Ammnistrazione composto da sette membri. Membro di diritto da ora è il parroco pro-tempore di Bovezzo. Il quarto statuto è importante perché ufficializza la presenza del parroco della comunità di Bovezzo all’interno dell’organo direttivo dell’Asilo.
È Santa Lucia che porta il dono ai bambini: il 13 dicembre del 1962 il Consiglio di Amministrazione dell’Asilo, nella sede amministrativa dello stesso, presso l’Ufficio Comunale approva il progetto per la realizzazione urgente delle aule scolastiche, del refettorio, dei servizi igienici e del relativo arredamento, autonomamente funzionanti sull’area di proprietà dell’Ente in aggiunta dell’esistente e vecchio edificio adibito a scuola materna
L’1 settembre del 1967 quando l’Amministrazione dell’Asilo Passerini stipula una nuova convenzione con la Congregazione delle Ancelle della Carità di Brescia. Il funzionamento dell’Asilo è affidato alla Congregazione, la quale accetta l’impegno dell’educazione dei bambini dai tre ai sei anni. Le suore, volute in origine dal senatore Angelo Passerini come una delle condizioni necessarie per il lascito della villa all’asilo, hanno mantenuto fede all’impegno preso con passione, pazienza e tenacia attraverso i molti anni ricchi di vicende storiche e condizioni difficili;
Lo Stato italiano sente la necessità di sistemare e ordinare molti servizi che, per bontà e amore del prossimo, sono nati nel secolo in corso; nel Decreto Presidenziale 616/77 si stabilisce l’assorbimento di molte realtà ed istituti da parte degli enti locali riconosciuti (comuni, province, regioni…). Questo comporta che l’Asilo “Angelo Passerini” venga assorbito dal comune di Bovezzo. Ma il presidente don Battista Gatteri e il Consiglio di Amministrazione dell’asilo non ci stanno; il 19 aprile del 1978 inviano una raccomandata al presidente della commissione istituita dal Decreto Presidenziale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma in cui si richiede che l’ente morale Passerini venga escluso dall’assoggettamento in quanto svolge attività scolastica comprendente anche l’educazione religiosa. La domanda di restare Scuola Materna privata con un attenzione particolare all’educazione cristiana dei bambini viene accettata ed ora per tutti, famiglie, comunità ed istituzioni è chiaro il volto dell’Asilo “Angelo Passerini”.
L’incremento della popolazione porta con sé molte conseguenze, tra cui l’aumento dei bambini che devono frequentare asili e scuole. Una delle risposte messe in campo dal Comune è la creazione di una scuola materna comunale nel 1978. La nuova scuola materna si va ad aggiungere al già assodato Asilo “Angelo Passerini”. Non c’è concorrenza ma piena collaborazione tra l’Amministrazione comunale e l’Amministrazione del Passerini; infatti dal 1978 al 1981 l’Asilo Passerini si trova a gestire anche l’Asilo Comunale in via Veneto. La collaborazione tra Comune e Asilo viene confermata negli anni 1981 e 1982 in cui i due attori dell’educazione dei bambini tra i tre e i sei anni stipulano una convenzione con validità di due anni, tacitamente rinnovata di anno in anno se nessuna delle due parti dà disdetta entro il 31 marzo del secondo anno o dei successivi.
Il 27 maggio 1982 con la Concessione Edilizia n.399 approvata dalla Commissione igienico-sanitaria e rilasciata dal Comune di Bovezzo viene realizzato l’impianto di riscaldamento con il locale caldaia. Il progetto è dell’architetto Alberto Molinari e appaltato alla ditta Idrotermica Pezzotti di Concesio. L’architetto Molinari diverrà una figura chiave per il futuro dell’Asilo a cui si è legato per affetto e per il fatto di credere al progetto incarnato dall’Ente, per il quale ricoprirà anche la veste di segretario.
Suore Ancelle che, per diversi motivi tra cui l’enorme calo di vocazioni, non sono più presenti da questi anni a Bovezzo. È un’assenza importante a cui, visto il carattere religioso acquisito dall’Asilo “Angelo Passerini” durante gli anni e riconosciuto dai vari atti e documenti ufficiali, l’amministrazione della scuola materna deve sopperire. Il primo ottobre 1994 il Presidente della scuola materna “Angelo Passerini” stipula una convenzione con l’Istituto delle Suore di S. Dorotea di Cemmo in Capodimonte. La Madre Generale invia a Bovezzo Suor Franca Bretoni per garantire la presenza di una religiosa all’interno della scuola materna.
In questi anni la presenza di don Battista Gatteri si è rivelata una presenza fondamentale per il cammino dell’Asilo “Angelo Passerini” nel periodo che passa dal ’68, con tutte le tensioni, fino alla seconda metà degli anni novanta. Tratto di strada che ha reso finalmente grande, nel senso utilizzato all’interno dell’asilo per la suddivisione dei bambini, il sogno del cavaliere Passerini e dei molti che hanno accompagnato l’istituzione nel tempo.
Tratto da: Mauro Toninelli, “Mamma l’ho imparato al Passerini”, 2009.
GRANDI – Dalla fine degli anni novanta al nuovo millenio
Il 1999 è una data importante per il Passerini perché viene realizzato il progetto di fattibilità per la sopraelevazione dell’edificio. Nell’anno successivo però si comincia a pensare in grande e viene presentato il documento “Linee guida progettuali” per una nuova costruzione. Nella testa degli organi direttivi del Passerini inizia a prendere sempre più corpo la possibilità di avere una struttura completamente nuova e il 12 giugno il consiglio di amministrazione approva le graduatorie per la vendita dell’attuale immobile. Ma ciò non basta, serve un nuovo terreno dove costruire la nuova scuola materna. Si istituisce così una commissione, composta da Gregoriani, Iseppi e Molinari, il cui incarico era quello di stipulare l’atto d’acquisto con la realtà amministrativa comunale e stabilire modi e tempi per l’abbandono del vecchio immobile e la nuova costruzione.
L’impegno profuso dagli organi direttivi in questi anni è quello di riuscire a pensare ad una scuola che possa rispondere alle esigenze dei bambini. Questa necessita di una serie di attenzioni ed energie che si sviluppano tanto nel settore educativo-formativo vero e proprio, che continua a riscuotere apprezzamenti e consensi, tanto in quello burocratico e amministrativo che continua a camminare verso un sogno che, piano piano, cerca di realizzare: il nuovo edificio.
Nel frattempo giunge il parere favorevole da parte della Regione Lombardia riguardo alle varianti strutturali da attuare all’edificio; sul “Giornale di Brescia” viene pubblicata la gara d’asta per la vendita dell’immobile. L’apertura delle buste con le proposte viene fissato per il 23 maggio del 2002. All’apertura delle buste si decreta vincitore la ditta Roda Spa con cui il presidente pro tempore Marino Gregorini stipula un contratto nella forma do ut des con la suddetta azienda. Il documento prevede che la vendita della struttura di proprietà dell’asilo (nella trattazione è stata inserita anche l’autorizzazione alle modifiche) pagata con una somma di denaro e la costruzione della nuova scuola.
Il 20 luglio del 2007 la convenzione con l’Istituto Suore di S. Dorotea di Cemmo di Capodimonte viene a decadere a causa dell’impossibilità da parte dell’ordine religioso di sostituire la dimissionaria con un’altra religiosa.
Il 27 ottobre 2007 si raggiunge il primo passo importante della nuova Scuola: la posa della prima pietra. Alla celebrazione dell’inizio dei lavori partecipano autorità civili e religiose. Tutte apportano la propria firma sulla pergamena, a ricordo dell’evento. Tra i presenti, a conferma della scelta e della sensibilità cristiana che guida e che ha guidato da sempre l’educazione dell’ “Asilo Passerini”, l’allora vescovo ausiliare di Brescia mons. Francesco Beschi e il parroco don Giuseppe Facconi. Per l’ente morale la firma è posta dal Presidente Paolo Talenti, dai consigliere Molinari Alberto e dal segretario Bruno Taglietti. (immagine).
Il 2007 si conclude a dicembre con un nuovo cambio: la signora Faroni Maria è il nuovo presidente del Consiglio dei genitori. Il resto è storia troppo recente che lasciamo documentare ai posteri, magari tra altri 100 anni, certi che la distanza temporale possa garantire oggettività a quanto sta succedendo.
L’Asilo Passerini, nato dal sogno di un uomo previdente e continuato nella storia grazie all’impegno e la fatica di molti che hanno prestato idee, tempo energie e passione per un’opera che potremmo definire ormai “grande”, nel riflesso delle categorie che anche i bimbi si trovano al suo interno a percorrere.
Tratto da: Mauro Toninelli, “Mamma l’ho imparato al Passerini”, 2009.